Alla scoperta di Rieti
Fin dall’antica Roma, grazie alla presenza del Lago di Paterno nel suo territorio, Rieti viene considerata dal mondo intero Umbilicus Italiae. Il motivo è da ricondursi alla forma imbutiforme del lago, che situato al centro dell’Italia venne simbolicamente identificato dagli antichi romani come l’ombelico della nostra penisola. La prima citazione che vede Rieti, Umbilicus Italiae è antichissima. Infatti già Marco Terenzio Varrone (116 – 27 a.c.), Dionigi di Alicarnasso, Lucio Seneca e Plinio citano nei loro scritti la città, collocandola in posizione centrale nella penisola “…..in agro reatino Cutilae lacum in quo fluctuatur insula, Italiae umbilicus esse”, questo perchè
nelle sue vicinanze, più esattamente a Cotilia, situato lungo la Via Salaria in direzione di Castel Sant’Angelo si trovava, e si trova tuttora, il Lago di Paterno, un lago ritenuto sacro.
lI territorio reatino è caratterizzato da zone collinari e montane attraversate da fiumi e punteggiate da sorgenti e laghi di notevole importanza. Percorrendo le sue strade e i suoi sentieri si passa da vette solitarie che nascondono ambienti incontaminati e selvaggi, coperti di neve durante l’inverno e colorati da ricche e variopinte fioriture durante l’estate a fresche valli, da dolci colline solcate da ulivi a boschi secolari. La flora offre una straordinaria varietà con boschi di faggio , betulle , cerri e frassini. A quote più basse castagni e querce secolari si alternano ad arbusti busti tipici della macchia mediterranea.
La fauna offre sorprese non meno eccezionali dal lupo all’aquila reale, dallo sparviero al tarabusino, piccolo e raro airone. La lepre, in una delle ultime popolazioni autoctone, lo scoiattolo, il tasso e il cinghiale popolano i boschi. Centinaia di uccelli acquatici provenienti dal Nord Europa si fermano su questa terra: cormorani, germani reali e molti altri.